L’immissione sul mercato di prodotti pericolosi non conformi, non sicuri o difettosi nel mercato della UE
Antonio Oddo – Avvocato
Claudio Gabriele – Avvocato
Gli obblighi e le responsabilità di fabbricanti, importatori e distributori alla luce della più recente evoluzione legislativa e della giurisprudenza a livello sia nazionale che comunitario, nonché della prassi delle istituzioni nazionali e comunitarie
Gli atti legislativi dell’Unione Europea affrontano – in applicazione dei principi del “Trattato” – le questioni connesse all’ “immissione sul mercato” di prodotti “non conformi”, “non sicuri” o “difettosi”.
La tematica é infatti strettamente connessa alla creazione del mercato Unico Europeo che, soprattutto nelle sue prime fasi di vita, era incentrata sull’abolizione delle barriere agli scambi tra prodotti fabbricati all’interno dell’allora Comunità Europea, oggi Unione Europea, regolando i criteri, le condizioni e i limiti per l’applicazione sempre più estesa del principio di libera circolazione delle merci, oltre che delle persone, dei servizi e dei capitali mercato unico.
In quell’epoca gli ostacoli più pericolosi per il libero scambio comunitario erano infatti rappresentati dalle legislazioni nazionali che fissavano – in forma spesso di “regole tecniche” – i requisiti tecnici che i prodotti dovevano obbligatoriamente rispettare ai fini dell’immissione proprio sul mercato. Tali “regole” differivano, infatti, da Stato a Stato, con la conseguente necessità di uniformare e di armonizzare le legislazioni dei paesi membri attraverso l’emanazione di direttive e regolamenti che si sostituissero completamente (armonizzazione totale) alle legislazioni nazionali.
La creazione e l’armonizzazione delle norme riguardanti la sicurezza dei prodotti ha comportato anche, quale conseguenza, l’armonizzazione delle disposizioni che disciplinano i ruoli gli obblighi e le responsabilità di tutti gli operatori economici in relazione all’ “immissione sul mercato” di prodotti “difettosi” e/o “pericolosi” o, comunque, “non conformi” alla legislazione comunitaria, e, quindi, anche delle norme che riguardano il “ritiro” ed il “richiamo” dei prodotti dal mercato, l’informazione alle Autorità e ad i consumatori, nonché, infine, delle norme che riguardano i poteri delle Autorità di controllo e vigilanza del mercato, oltre che delle norme che riguardano gli organismi di certificazione e di accreditamento degli organismi stessi.